Come adulto hai senz’altro fatto una passeggiata con un bambino in un parco. Magari avrai anche incontrato altre persone con bambini o con cani. Di certo il tuo livello di attenzione e allerta sarà cambiato in relazione al pericolo che tu hai stimato che il bambino stesse per incontrare.
Vediamo come le neuroscienze ci aiutano a dare una spiegazione a questa situazione.
Il nostro cervello si è evoluto nel corso di milioni di anni. Per molto, molto tempo nella storia dell’evoluzione, l’uomo si è confrontato principalmente con la sopravvivenza, lasciando un’impronta duratura nel nostro cervello – così duratura che questa modalità di allarme è ancora attiva nel nostro cervello al giorno d’oggi.
L’amigdala – la parte del cervello responsabile di attivarsi in caso di allarme – ci fa reagire ogni volta che percepiamo un pericolo incombente, quasi come se una catastrofe fosse imminente. Ci sentiamo minacciati e il nostro livello di stress aumenta! La pressione sanguigna sale, il cuore batte, l’adrenalina e il cortisolo vengono rilasciati nel nostro corpo e tutto questo accade in modo automatico e veloce. Questo automatismo è utile in situazioni di pericolo reali, come quando vedete il vostro bambino correre fuori in strada con il traffico e voi lo trattenete, reagendo in un lampo senza pensarci su, per evitare che venga travolto dalle auto. È meno utile quando tuo figlio piccolo si rifiuta di mettersi le scarpe al mattino, anche se devi andare urgentemente al lavoro o quando il tuo vicino avvia il tosaerba per la terza volta alle 7 di mattina la domenica. Eppure succede continuamente a molte persone che reagiscono con preoccupazione ed allarme a quello che accade loro. Queste reazioni derivate dallo stress non sono solo nocive per la nostra salute fisica, ma anche emotiva e sociale.
I tre sistemi secondo Paul Gilbert
Secondo il neuroscienziato Paul Gilbert, il sistema di allarme è uno dei tre sistemi di regolazione delle emozioni negli esseri umani.
Vediamo nel dettaglio come funzionano.
Il nostro sistema nervoso con le sue due parti centrali, il sistema nervoso simpatico e parasimpatico, è progettato per trovare sempre un equilibrio: rilassamento-tensione, attività-riposo, fare-recupero, orientamento esterno-interno-consapevolezza, ecc. Il sistema di cura nel modello di Gilbert è il bilanciatore, la controparte del sistema di minaccia attivo e di ricerca di stimoli. Si nutre di attenzione, compassione, (auto)cura, recupero, gentilezza.
Partendo da questo modello, potremmo porci domande di controllo quotidiano come questa: Ho nutrito oggi il mio sistema di cura? Sono stato consapevolmente felice per qualcosa? Ho già fatto qualcosa di buono per me stesso oggi? Ho già abbracciato i miei cari oggi? Sono stato consapevolmente grato per qualcosa nella mia vita oggi?
Cosa ha a che fare tutto questo con Mindfulness?
Per prima cosa, la mindfulness mi permette di notare se i miei tre sistemi (allarme, stimolo e cura) sono in equilibrio o se il mio sistema di guida blu si sta semplicemente surriscaldando. Essere in contatto con il mio corpo e sentire come mi sento veramente mi permette di occuparmi consapevolmente del mio benessere e della cura di me stesso. Inoltre, una pratica di mindfulness mi permette di essere più consapevole dei miei modelli in cui il mio sistema di allarme si attiva quando in realtà – con una certa distanza – non c‘è davvero una minaccia degna di questo nome. E, ultimo ma non meno importante, i momenti di mindfulness tolgono velocità alla vita quotidiana.